2003 – Let It Rain Tour – February 12, Rome, Nuovo Auditorium Parco della Musica

SETLIST
Onstage: 9:20pm
Set 1:
01. In The Dark
02. Across The Lines
03. Baby Can I Hold You
04. Hard Wired
05. The Promise
06. Say Hallelujah
07. Behind The wall
08. Crossroads
09. Fast Car
10. Telling Stories
11. Another Sun
12. Give One Reason
13. You’re The One
14. She’s Got Her Ticket

Encore 1:
15. Knocking On Heaven’s Door
16. Get Up Stand Up
Offstage: 10:50 pm

Submitted by: Camilla

VIDEO: ANOTHER SUN
[youtube:http://www.youtube.com/watch?v=5ffMoD43qNY&autoplay]

REVIEWS

  • Tracy Chapman a Roma: la pace è possibile – Di: Matteo Nucci, videomusica.it, 13 febbraio 2003

Vestita di nero, elegantissima nella sua presenza da sempre e per natura caratterizzata da un understatement fuori dal comune, Tracy Chapman ha liberato la sua voce e la sua anima in un concerto da ricordare.

Erano più di dieci anni che non suonava a Roma e chissà se lo sapeva che avrebbe trovato un posto simile! La sala Santa Cecilia del Parco della Musica ha accolto come una regina, Tracy Chapman, trentottenne apparentemente distante da tutto, in effetti così attenta – una sensibilità evidente e una voglia di comunicare che solo la sua musica riesce a manifestare chiaramente. Un vero piacere che un’acustica perfetta abbia fatto librare le note della sua chitarra come quelle dei cinque musicisti che l’accompagnavano assieme a una corista. Perché in questi tempi, ascoltare una musicista seria e impegnata come la Chapman non è un piacere soltanto per il contorno di nani e ballerine che affollano le scene musicali. Ma perché l’attualità è dura – lo sanno tutti – e dà conforto la possibilità di trovare un’artista capace di affrontare le assurdità di una guerra sempre più imminente senza alcuna retorica e anzi con una grazia fuori dal comune.

Vestita di nero, elegantissima nella sua presenza da sempre e per natura caratterizzata da un understatement fuori dal comune, Tracy Chapman ha liberato la sua voce e la sua anima in un concerto da ricordare. I suoi grandi successi (“Talkin’ ‘Bout A Revolution”, “Crossroads”) e i pezzi dell’ultimo disco (“Let It Rain”) con punte di dolcezza che ancora colpiscono (“Baby Can I Hold You”) assieme a frasi mormorate con timidezza: parole per Roma e allusioni a una pace possibile. Fino al tributo obbligato per il grande maestro cui è stata sempre accostata. “Knockin’ On Heaven’s Door” interpretata con la sua inconfondibile voce – brividi ed emozione palpabili.

Chi non ha ricordato quel pezzo con cui girava di concerto in concerto a evocare un messaggio senza tempo? Quella “Chimes of Freedom” che chiede sempre pace e uguaglianza. Tracy ha stupito tutti. E ha fatto ricorso alle parole di un altro indimenticabile maestro: Bob Marley: “Get Up Stand Up” ha elettrizzato la platea. Nessuno vorrebbe restare al suo posto in questo momento in cui fantasmi di un futuro infausto preoccupano le coscienze dell’Occidente. Nessuno meglio di Tracy Chapman, coerentemente in lotta da sempre, poteva dar voce a questi sentimenti. E chissà se lo sapeva, la ragazza di Cleveland, che in Italia le bandiere della pace sono malviste dai governanti di turno? Chissà se qualcuno le aveva raccontato o se sia stato un ‘caso’ fuori dalle meschine questioni di provincia se su un telo bianco si sono illuminati, a un tratto, i colori dell’arcobaleno…

Voce, chitarra e un po’ di rabbia

  • Tracy Chapman all’Auditorium con «Let It Rain» fra impegno e dolcezza – By: Sandra Cesarale, Musicorama.it, 13 Febbraio 2003

L’aria da timidona, le treccine che le cadono sulle spalle, giacca e pantaloni neri, imbraccia la chitarra, sorridendo. Tracy Chapman, cinque musicisti, una corista e 2.500 persone nella sala Santa Cecilia del Parco della Musica che per la prima volta apre al pop-rock d’autore. Tutto esaurito ieri sera per la cantautrice di Cleveland, Ohio. E l’acustica non ha deluso, si potevano sentire distintamente i suoni delle due chitarre, del basso, della batteria e delle percussioni. Un lusso per chi assiste ai concerti rock. Peccato che gli addetti alla sala hanno impedito al gioioso pubblico di avvicinarsi al palco mentre Tracy cantava «Get Up Stand Up», travolgente inno di Bob Marley e Peter Tosh. Non basta ospitare il rock, bisogna anche accettarne il rituale festoso.

La Chapman possiede carisma e grinta unito a grazia e dolcezza. Artista proletaria e militante, più volte sottolinea il suo impegno per la pace. Lo fa quando, durante i bis, canta un’emozionante versione di «Knockin’ On Heavens Door» di Bob Dylan («Da questi maestri dobbiamo imparare»). E, mentre intona «Fast Car», sul telone bianco alle sue spalle (che copre alcuni posti vuoti in sala) le luci proiettano i colori della bandiera pacifista. Non esistono barriere e pregiudizi nel mondo di Tracy.

Abbandona la chitarra e la band per cantare con la sua inconfondibile voce «Behind The Wall». Racconta, ridendo, di una piccola disavventura con il chitarrista Joe Gore: «Siamo arrivati tardi al Colosseo, l’abbiamo potuto vedere girandoci intorno. Eravamo stanchissimi». Alterna i pezzi del nuovo «Let It Rain» con il suo passato: «Talkin’Bout A Revolution», «Across The Lines», «Crossroads». C’è, e non potrebbe mancare, la morbida «Baby Can I Hold You». Il concerto raccoglie folk e soul, ma anche la potenza elettrica del rock. «Give Me One Reason» diventa un grande rhythm’n’blues, anche se il duetto finale fra fra Tracy e il percussionista viene interrotto più volte da uno spettatore canterino.

Un’accoglienza trionfale per lei che ha vissuto una carriera a fasi alterne. Comparsa nell’88 dopo Madonna e i Duran Duran, cantava, lo fa ancora, «La povera gente si ribellerà». Facile definirla erede di Bob Dylan. Adesso, a 38 anni, 34 milioni di album venduti e 4 Grammy Award, l’uomo, non più l’universo è al centro della sua musica. Ma la rabbia e la capacità di emozionare sono ancora le stesse.

Tracy ha festeggiato il suo ritorno a Roma (dove non suonava dal ’92) al Red, il ristorante dell’Auditorium.

  • Tracy Chapman esaurisce l´Auditorium – Di: Lastampa.it, 11 febbraio 2003

Tutto esaurito per Tracy Chapman all´Auditorium, mercoledì per il concerto straordinario fissato alla Sala Santa Cecilia. Una delle più apprezzate cantautrici della nostra generazione, consacrata tra le voci più caratteristiche e personali degli ultimi anni farà tappa a Roma con il suo tour dedicato al nuovo album «Let it rain» presentato prima in Europa e poi negli Stati Uniti e in Canada. Con i suoi 5 album pubblicati, Tracy Chapman ha venduto 34 milioni di copie in tutto il mondo, vinto 4 Grammy Award ed ha raccolto la stima incondizionata di fan e critici in tutto il mondo. In «Let It Rain» l’artista ha trovato un equilibrio perfetto per la sua voce potente quanto inconfondibile. È un album ricco di storie importanti, canzoni vere, imperlato da sonorità scarne, essenziali, capaci di colpire nel segno. Il suo quinto album, «Telling Stories», prosegue quel viaggio che l’artista iniziò nel 1988 con il multi-platinum album vincitore del Grammy come miglior esordiente, che prendeva il suo nome. Gli album successivi, anch’essi vincitori di diversi dischi di platino ed intitolati Crossroads (1989) e Matters Of The Hearts (1992).

«Nel momento in cui scrivo un nuovo disco – afferma l’artista – il mio principale obiettivo è quello di offrire il meglio che posso dare in quel preciso momento. Ad ogni step della mia carriera ho sempre cercato di fare così. Ho sviluppato un filo conduttore per questo mio disco in modo che tutti i brani potessero essere sostenuti da chitarra e voce. Prima di andare in sala avevo già abbozzato gli arrangiamenti e armonizzato le linee vocali (Emmy Lou Harris ha contribuito con il proprio talento ai cori del brano «The Only One») quindi il lavoro in sala si è tradotto nel trovare il modo di riarrangiare ciò che avevo già sviluppato nella mia testa».

FAN REVIEW

  • Camilla, 02/14/03: Che dire…è stato semplicemente fantastico.L’auditorium era stracolmo di gente,fuori era freddissimo ma lì dentro era caldissimo..saranno state tutte le emozioni delle persone lì presenti.Ad un tratto si spengono le luci,2980 persone piombano in un silenzio totalizzante come se tutti i nostri respiri si fossero interrotti..ed ecco che arriva lei,vestita in nero e silenziosa e riservata come sempre..Con passo deciso si dirige al centro del palco e senza proferire parola inizia a cantare In the dark. Beh in quel momento finalmente il silenzio si interruppe per lasciare il posto ad una voce incredibilmente calda e vera, veicolo di tante emozioni.

Dopo la prima canzone finalmente accenna un contatto col pubblico, pronunciando un timido”Buonasera”..ma subito dopo continua a riempire i nostri cuori con tante emozioni difficili da spiegare con parole. Non c’è stato un momento durante il concerto in cui io non abbia desiderato di fermare il tempo in quel preciso giorno ed in quel preciso istante..Sinceramente era la prima volta che vedevo Tracy Chapman dal vivo, e sapevo benissimo che sarebbe stato cento volte meglio di uno stereo che cerca di filtrare la sua voce.E infatti quello che lei è riiuscita a comunicarmi quella sera è un ricordo prezioso che conserverò per sempre con me.

Circa a metà concerto si sono spente di nuovo tutte le luci e dopo qualche secondo eccola lì che ricompare sotto una lucina piccolissima che a malapena le illuminava il volto e mezzo busto.La sua band non c’era più, era sola di fronte a 2980 persone in silenzio.Immaginavo fosse il momento di Behind the wall, ed infatti è stato così. A parer mio è stato il momento più emozionante di tutto il concerto..Con gli occhi bassi e le mani quasi giunte ha raccontato la storia di una povera donna uccisa di notte dal marito durante una lite. Ciò che cantava o meglio ciò che diceva,dato che era a cappella, era talmente sincero e talmente vero che sembrava essere coinvolta anche lei in quella vicenda.Ma non come protagonista, ma come testimone di una crudele e brutta realtà che ormai è all’ordine del giorno.Ed è questo suo “volersi impegnare nel sociale” che apprezzo più di qualsiasi altra cosa..Scriverei ancora per ore,ma credetemi tutte le emozioni e tutti i sentimenti che ho provato quella sera, nel vederla cantare e quasi urlare tutto ciò che pensa, sono talmente penetrati dentro di me che è difficile tirarli fuori per descriverli.

VENUE: Auditorium Parco Della Musica, 30, Viale di Pietro Coubertin, 00187 Rome, Italy (Capacity: 2980)
PROMOTER: D’Alessandro e Gali
OPENING ACT: Pape & Cheikh

Share this article
Shareable URL
Prev Post

2003 – Let It Rain Tour – February 10, Milan, Teatro Smeraldo

Next Post

2003 – Let It Rain Tour – February 13, Genova, Carlo Felice

Read next